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REPUBBLICA E LE ENERGIE RINNOVABILI

Questo articolo, riportato di seguito, è apparso in Home Page sul sito di REPUBBLICA il 13/05/2015.

 

Rinnovabili al 38%: ora la sfida è il Green Act

Il 38,2% dei consumi elettrici complessivi e il 16% dei consumi energetici finali. E’ il bilancio delle rinnovabili nel 2014 che emerge dal rapporto Comuni rinnovabili 2015, curato da Legambiente e presentato oggi al Gse.  Calcolando che nel 2005 le percentuali erano rispettivamente il 15,4% e il 5,3%, si può vedere che l’Italia ha fatto progressi sensibili avvicinandosi all’obiettivo europeo (17% dei consumi energetici finali al 2020).

Il rapporto evidenzia altri due elementi. Il primo è la crescita delle nuove rinnovabili: l’idroelettrico sta al 18,7% (con 58 terawattora di produzione), il fotovoltaico al 7,5%, l’eolico al 4,8%, le biomasse al 3,8%, la geotermia all’1,8%. Il secondo è la riduzione della produzione da termoelettrico (la più inquinante) scesa in 10 anni di 86 terawattora (-28,3%).

Naturalmente in questo processo di modifica del mercato ha giocato un ruolo rilevante la crisi economica che ha frenato i consumi energetici. Ma la produzione da fonte rinnovabile arrivata a quota 118 terawattora e la diffusione degli impianti (circa 800  mila tra elettrici e termici) segnalano un cambiamento di rotta strutturale. L’insieme di questa trasformazione ha ridotto le importazioni dall’estero (per il termoelettrico -34,2% dal 2005) e il costo dell’energia elettrica (nel 2014 è calato di nuovo il Pun, il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica, e, per la prima volta dopo molti anni, sono diminuite le bollette dei cittadini sia pure solo dello 0,6%).

Certo il sostegno all’energia rinnovabile ha avuto un costo, anche se ridotto rispetto ai benefici: “Gli incentivi alle rinnovabili pesano per lo 0,3% nel bilancio di una famiglia media italiana, a fronte ad esempio della spesa per il riscaldamento che pesa per il 5,2%” e tendono a scendere, mentre lo studio Irex 2013 stima un beneficio netto al 2030 compreso tra 19 e 49 miliardi di euro prodotto dalle politiche di incentivo realizzate in questi anni”.

In ogni caso le rinnovabili crescono e continueranno a crescere. Il punto è che, con politiche di sostegno all’industria italiana, si potrebbero massimizzare i vantaggi in termini di occupazione aumentando la quota di fatturato che resta all’interno del paese. Secondo il rapporto, i 100 mila posti di lavoro che ruotano attorno alle rinnovabili potrebbero, in linea con quanto avviene in Germania, raddoppiare e affiancarsi a 600 mila posti di lavoro nel settore dell’efficienza energetica. Per raggiungere questo obiettivo bisognerebbe – suggerisce Legambiente - fare del Green Act il volano per il rilancio degli interventi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e la diffusione delle rinnovabili.

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